Il discorso d'insediamento del presidente Corrado Antonio L'Andolina

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17/02/2023

Il discorso d'insediamento del presidente Corrado Antonio L'Andolina

DISCORSO D’INSEDIAMENTO

(Consiglio provinciale del 15 febbraio 2023)

Benvenuti a tutti.

Un cordiale saluto ai Consiglieri e al Segretario.

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Tanti anni fa, per la precisione l’11 Giugno 2016 prestavo il primo giuramento della mia vita pubblica. Lo facevo innanzi a un’assise comunale, quella di Zambrone. Fu proprio in quella circostanza che mi venne in mente Massimo Gorkij, il grande scrittore russo, quando nel suo celebre romanzo intitolato La madre, descrive il suo personaggio che nel momento della massima disperazione, inginocchiata sul pavimento e nella polvere. Un passaggio che oggi mi preme ricordare, insieme a qualche riflessione, aggiornata dagli eventi in corso.

Nel suo romanzo Gorkij scrive: “Si mise a pregare al rumore della pioggia per il figlio rinchiuso in una prigione zarista, per gli amici di lui proscritti e ricercati, per tutti i derelitti della terra, vittime dell’oppressione, della violenza e dell’ingiustizia”. Così Massimo Gorkij m’introdusse alla politica e mi fornì due dati essenziali di essa: la ribellione e la preghiera. Entrambe come manifestazioni dell’interiorità umana che si trasferisce nel cuore degli eventi e gli eventi siamo noi nel nostro rapporto con il mondo, con i nostri simili, con la nostra città, con la nostra provincia. E ciascuno di noi liberamente decide come comportarsi. Può fingere, può ignorare o rimanere indifferente di fronte al dolore, all’ingiustizia ed alle condizioni che impediscono alla libertà piena affermazione. E questa è una scelta. La scelta dell’egoismo e della viltà. O può pregare il suo Dio perché intervenga, sorregga chi soffre e ci liberi dall’ingiustizia e dal male. Ed anche questa è una scelta. La scelta della fede e della speranza. Ma c’è una terza via: quella del coraggio, della resistenza e della tenacia che viene dalla fiducia nelle proprie idee, dalla certezza delle proprie ragioni, dalla speranza che esse siano prima o poi condivise da altri disposti a compiere lo stesso percorso, a sobbarcarsi i medesimi sacrifici, ad accettare le medesime delusioni. Ed è la strada che io ed i miei compagni di percorso, abbiamo intrapreso nella prima e nella seconda amministrazione comunale e che ci ha condotto qui, dopo disavventure e delusioni. Ma questa è la politica. Noi siamo per la società aperta ed il presupposto di una società aperta è che lo siano le istituzioni, a partire da quelle di base come è la nostra. Siamo una piccola e problematica Provincia. Ma siamo, in piccolo, una riproduzione della nostra democrazia, del nostro sistema politico, con i suoi limiti e i suoi difetti, ma l’unico di cui disponiamo e che siamo obbligati a rispettare. È per questo che il sistema legislativo ripete ad ogni livello istituzionale i medesimi principi. Il rapporto tra chi ha un ruolo istituzionale, in qualunque livello e le normative determinano il concetto di legalità, presupposto di ogni buon governo. Ma cos’è il buon governo?

-Il buon governo è quando si persegue l’interesse pubblico a prescindere dall’interesse o dal profitto dei singoli o dei gruppi.

-Il buon governo è eliminare le sacche di ignoranza, miseria, superstizione ed emarginazione presenti sul territorio.

-Il buon governo è quando la pubblica amministrazione favorisce la partecipazione eliminando gli ostacoli che la soffocano e la limitano perché la partecipazione è un fatto culturale che alimenta la crescita, la responsabilità dei giovani, il valore della cosa pubblica ed indice ed organizza eventi a tale scopo e si dota delle strutture necessarie per far crescere il loro valore formativo.

-Il buon governo è se il territorio viene sostenuto con una normativa e regolamentazione appropriata alle sue caratteristiche e qualità e se viene usato come strumento della crescita collettiva.

In queste prime settimane ho avviato il ciclo degli incontri istituzionali, ho iniziato a leggere le relazioni dei titolari delle posizioni organizzative, mi sono confrontato con il segretario, ho fatto un breve saluto ai dipendenti, ho adempiuto agli atti urgenti e indifferibili, ho fatto una visita ad una palestra di una scuola in disuso da anni che insiste su Serra San Bruno, ho partecipato a un convegno sul bullismo e ho iniziato ad acquisire un metodo di lavoro, cercando di contemperare queste esigenze con quelle di primo cittadino del Comune di Zambrone.

In collaborazione con gli uffici sono state redatte le linee guida che ho allegato allo schema di delibera e di cui chiedo l’acquisizione integrale.

Vibo Valentia è una provincia molto problematica. Il riferimento è all’Ente, ma anche alla sua comunità ripartita su cinquanta Comuni.

Per quanto riguarda l’Ente Provincia il lavoro principale andrà realizzato sulla programmazione e sulla massima razionalizzazione delle risorse professionali esistenti.

Confermo quanto già dichiarato nell’immediatezza dell’elezione: bilancio e personale le assolute priorità. Sul primo le scelte del futuro prossimo saranno comunque tribolate. Sul personale, si proverà a superare le difficoltà oggettive con una spinta verso la modernizzazione dei servizi.

L’impegno in direzione di un’efficienza in chiave energetica sarà il punto qualificante del nuovo corso amministrativo.

La legge il raccordo con le istituzioni (Prefettura, Tribunale, Forze dell’Ordine, Regione, Comuni, Enti Pubblici specie con l’Upi) saranno i costanti riferimenti dell’attività amministrativa.

Dialogo costante anche con il mondo del volontariato, dell’associazionismo, degli ordini professionali e, soprattutto, delle scuole.

E anche l’avvio di una politica della cultura sarà fra le priorità del mio mandato.

Alcuni ringraziamenti. In primis agli elettori, sebbene di secondo livello, che si sono pronunciati con chiarezza ed estrema fiducia nei miei confronti. E poi a tutte le forze di centrodestra ed a chi, pur da posizioni ideali differenti non mi ha fatto mancare sostegno morale. Ai miei amici e ai miei consiglieri comunali. Senza questi ultimi, a parte il presupposto formale, non sarei mai riuscito a conquistare un così prestigioso incarico. Per ultimo alla mia famiglia che amo più della mia stessa vita.

In molti mi chiedono: “Ma chi te lo faceva fare?”. In effetti, il contesto in cui andrò a svolgere il mio ruolo non è tra i più semplici. Mi è venuta in soccorso una frase di mio padre, Salvatore L’Andolina, da cui ho ereditato la passione per la politica, pronunciata nel corso di un’iniziativa pubblica: “C’è sempre una tavola in mezzo al mare sulla quale mettere in salvo i sogni… un lembo di terra cui approdare per ricominciare”.

DIO BENEDICA LA PROVINCIA DI VIBO VALENTIA.

Il Presidente

Avv. Corrado Antonio L’Andolina

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